Come trovare lavoro ? In italia è una affermazione veramente impegnativa, quasi temeraria. Il lavoro è diventato una impiego del proprio tempo difficile da incarnare nell’esperienza quotidiana. Sembra che abbiamo un problema sia nel capitalismo globale, sia nel sistema Italia, fattori che complicano enormemente il trovare e offrire lavoro come possibilità economica essenziale.
Voglio raccontare la mia esperienza su come ho trovato lavoro: la ritengo una storia importante come esempio, un case study che è un portato di fatti ed pensiero personale che insieme posso aiutare a comprendere alcune dinamiche del mercato.
Io devo tutto a Internet come insieme di opportunità di crescita personale ma soprattutto professionale. Quando, dieci anni fa, iniziai a pubblicare qualche breve saggio di sociologia sul mio dominio gratuito, aperto dopo il trasferimento a Ceccano, nel Lazio, non avevo certo in mente che gli studi universitari sarebbero passati in secondo piano rispetto alla formazione informatica.
Vi sono stati passaggi fondamentali, nel percorso da semplice proprietario di un sito, a professionista del Web per una grande azienda, che mi hanno permesso sia di avere esperienza e competenze determinanti sia la relativa consapevolezza del proprio valore e della collocazione nel settore interessato.
Trovare lavoro non è stato inviare curricula vitae il più possibile, a tutte le aziende che potevano garantire un buon lavoro, attendendo risposte che non arrivavano. Per me è stato diverso, almeno negli ultimi anni. Ho iniziato a credere nei miei siti Web, a guadagnare i primissimi soldi in pubblicità, in vendite Web. Pochi spiccioli, giusto la soddisfazione di ricevere un assegno da Google.
Dopo, la continua autoformazione come Webmaster, come Designer, come Grafico, come esperto in generale del Web, ha generato quella massa critica per far accendere la combustione: mi sono reso conto che avevo un valore aggiunto per le aziende, che anche adesso che sono laureato in comunicazione non sono solo un nome su una pergamena di laurea, ma qualcuno che porta continuamente valore ad una azienda che ha fiducia in lui.
Per anni ho chiesto aiuto agli altri per avere buone possibilità di lavoro: negli ultimi tempi, è stato il contrario, non si parla di aiuto ma di convenienza che possono avere le aziende ad assumermi. Come trovare lavoro ? La risposta è: fornendo valore aggiunto.
Un cuoco, un manager, un informatico, per essere sicuri di essere apprezzati, non devono semplicemente entrare in una azienda, ma risultare sempre utili, seri ed affidabili per gli obiettivi aziendali.
Quando un’azienda vede nella persona qualcuno che porta valore aggiunto, trova conveniente spendere i soldi del suo stipendio per portare il valore aggiunto a beneficio dell’azienda.
Il guaio italiano che non spinge per formare professionisti, buoni impiegati, bravi lavoratori: se così fosse non vi sarebbero inutili corsi di formazione, centri per l’impiego enormi carozzoni inefficienti, lacci burocratici che non premiano gli investimenti per chi nell’assumere vuole i migliori.
L’Italia è una nobile decaduta della globalizzazione, perché non ha saputo trovare le formule giuste per garantire produttività, innovazione, qualità del lavoro. I grandi mercati non credono più all’Italia come protagonista, vogliono le riforme del lavoro che permettano di avere lavoratori deboli contrattualmente, non di serie A.
Si punta ad una americanizzazione verso il basso del mercato del lavoro italiano, quando il genio italico e la cultura europea potrebbero consentirci di avere persone di buon livello, sia dirigenti che forze lavoro.
La mia esperienza è questa: studiare, trovare un modo personale di creare valore aggiunto per le aziende, osservare il mercato impegnandosi in ciò che potrebbe essere la nostra chiave di successo lavorativa. Formarsi con libri, articoli per il settore informatico, fare esperienza in mille situazioni diversi, per poi tornare a cercare lavoro più maturi culturalmente, professionalmente, umanamente.
Bisogna ragionare non in chiave assistenziale, ma professionale. Io dico questo ma sono pieno di dubbi, insicurezze. Ma non importa, è la regola che ci diamo che ci rende forti, l’impostazione e i comportamenti virtuosi.
Nel mio settore la formazione e la conoscenza specialistica è tutto. In altri conta di più l’esperienza, ma pensare di laurearsi e aspettare il lavoro come degno premio è sbagliato, è controproducente.
Non sono su una torre eburnea, non ho finito di tribolare. Ho semplicemente imboccato una strada grazie alle fortune delle prime piccole conquiste, grazie alla consapevolezza delle attività che mi potevano portare benessere lavorativo. Il consiglio è di non aspettarlo il lavoro, ma di crearselo. Investendo in noi stessi. Ecco…come trovare lavoro.